La scoperta di tale situazione era avvenuta in modo del tutto casuale: l'utente, infatti, si era visto rifiutare un prestito da un Istituto di credito avendo una iscrizione pregiudizievole, a causa dell'ipoteca iscritta a suo carico, presso Centrali Rischi Private.
Pur avendo ottenuto, a seguito della denunzia di quanto accaduto, la cancellazione immediata dell'ipoteca, l'utente ha deciso di non fermarsi, risultati vani i tentativi di ricevere in via bonaria il risarcimento del danno patito, si è visto costretto ad agire giudizialmente per il riconoscimento dei propri diritti. E così, al termine del giudizio, la Sesit Puglia s.p.a. è stata condannata ad un risarcimento del danno pari ad 5.000 €. Più in particolare, è stato riconosciuto al contribuente sia il danno patrimoniale sia il danno alla reputazione ed all'onore.
Nel testo della sentenza si legge, infatti, che "la mancata cancellazione dell'ipoteca ha comportato il permanere di un'illegittima segnalazione presso la CRIF, determinando così, indubitabilmente, danni all'immagine ed alla reputazione economica del soggetto danneggiato, che si vede ingiustamente indicato come insolvente, trattandosi della lesione di un valore inerente alla persona costituzionalmente garantito ex art. 2 Cost., senza la necessità che tale lesione configuri un reato".
"Purtroppo sono sempre più frequenti i casi di illegittima segnalazione presso le Centrali Rischi e la sentenza emessa dal Tribunale di Brindisi costituisce un precedente importante per tutti coloro che si trovano, loro malgrado, in tale situazione, altamente lesiva dei propri diritti, la quale, oltre a provocare un notevole danno all'immagine, impedisce ogni forma di accesso al credito. La sentenza, inoltre, si segnala all'attenzione in quanto sanziona, con un cospicuo risarcimento, un comportamento illegittimo perpetuato dall'agente di riscossione ai danni di un consumatore".
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