È una fase ancora embrionale, questa, nella quale l'ufficio inquirente sta acquisendo una serie di atti: informative e dossier che polizia e carabinieri hanno già completato, anche alla luce dei servizi pubblicati dal quotiano il Mattino la scorsa settimana. Due i filoni d'indagine affidati alla Dda e coordinati dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico.
Il primo si riferisce al cosiddetto voto di scambio: somme di denaro versate in cambio del consenso, ma anche altro tipo di utilità; il secondo è relativo invece alla presunta presenza di candidati in odor di camorra, personaggi cioè vicini o contigui ad ambienti della criminalità organizzata. Gli investigatori stanno anche procedendo a esaminare la «mappa» delle zone ad alta vocazione criminale, incrociando il dato venuto fuori dalle urne in occasione delle regionali con il numero di preferenze ottenute da ciascun candidato.
Almeno sei i quartieri del capoluogo campano presi a campione. Ma che ci sia stato un movimento di denari per indurre alcune fasce deboli di elettori - i pensionati, i disoccupati, gli indigenti - a votare per questo o quel partito pare che ormai nessuno nutra più dubbi. Emblematico un episodio - sul quale sono in corso accertamenti - che si è verificato ieri pomeriggio nel pieno centro di Napoli. Alle 15,30 in piazza Carità in tanti hanno assistito a un acceso diverbio scoppiato tra uno dei tanti galoppini elettorali utilizzati in quest'ultima tornata elettorale e tre giovani. Il galoppino in questione è un pregiudicato ben noto nella zona dei Quartieri spagnoli, non nuovo - peraltro - alle cronache giudiziarie per episodi simili.
L'uomo ha estratto dalla tasca una banconota da 50 euro, consegnandola a uno dei tre giovani, con i quali presumibilmente aveva un appuntamento prefissato; il suo interlocutore ha protestato vivacemente: «Solo 50 euro?, ma se qui c'è stato chi si è portato a casa anche un migliaio di euro!». La gente assisteva esterrefatta, ma ben presto si è capito quale fosse l'oggetto del diverbio. L'impegno preso a votare per un determinato candidato, che a loro dire avrebbe conquistato l'agognato seggio in consiglio regionale.
«O ti prendi questa banconota o niente», ha tagliato corto il galoppino, rimontando sullo scooter. Prendere o lasciare. «Lo sapevo che finiva così - ha concluso l'elettore - siete tutti quanti uguali, promettete promettete e poi ecco come vi comportate». Banconote che passano di mano per «ringraziare» gli elettori. Su questo e altri episodi indaga la Digos.
di Giuseppe Crimaldi