Fuori della minuscola Cappellina bianca una grande epigrafe, appoggiata alla finestra di destra, vuole ricordare la singolare, e comunque straordinaria, avventura terrena di Giuseppina Norcia.
Tutto ha inizio un giorno di giugno del 1947 quando, a sette anni, due giorni prima della sua prima Comunione, la bambina mentre gioca vicino casa sembra diventare involontaria protagonista di un evento straordinario, "un'apparizione celeste" ... Così parla la sua biografia.
L'antefatto racconta quindi di Pinuccia, una bambina di seconda elementare, che gioca felicemente da sola sul prato. Sola ma felice perché fra poco, dopo aver terminato il corso di catechismo nella chiesa che conserva le reliquie del patrono San Gerardo (pellegrino inglese morto qui nel 639 mentre era in viaggio per la Terra Santa, beatificato da papa Gregorio XI e chiamato dai suoi fedeli il "santo dei miracoli), potrà ricevere, finalmente anche lei come i grandi di famiglia, l'ostia sacra. Ma ad un tratto, ecco, accadere l'impossibile: dal cielo sembra scendere... una nuvoletta soffice-soffice e luminosa, un bianco cuscino sul quale lei vede adagiato un bambinello dormiente. Così racconterà poi agli altri.
La nuvoletta sosta a circa un metro da lei. Il pargoletto, nel quale la bimba sembra riconoscere Gesù Bambino, le apre gli occhi, la fissa e le sorride. E Giuseppina, come in un gioco naturale tra bambini, cerca subito di toccargli i piedi, di abbracciarlo e baciarlo ma senza riuscire a farlo... Non sarà stata una mera proiezione metapsichica, mi sono chiesto, un'autosuggestione come analogamente ha elaborato C.L.Musatti (1954) o il dr. W.Schmidbauer (1969) nel mettere a punto la sua psicoterapia? O più semplicemente un fenomeno da "amico immaginario", come pure mi è venuto da pensare, perchè frequentemente presente nella naturale psicologia dei bambini fino ad una certa età come ha scritto anche, a proposito del pensiero infantile, Jean Piaget? Fenomeno ben conosciuto da tutte le maestre di scuola dell'infanzia.
"Mamma, mamma!" grida la bambina cercando di richiamare la sua attenzione e sperando che, uscita dalla cucina, anche lei possa vedere quello che succede.
La madre esce subito fuori con le altre due amiche, Lina e Maria Colavecchio, che la stanno aiutando a preparare i dolci per la festa, accorre ma non riesce a vedere nulla perchè l'apparizione è nel frattempo svanita... Storia vera, storia puramente costruita, pur con un senso di infantile autorealismo, dalla mente di una bambina che percepisce, manifesta e vive come vere le suggestioni tipiche della sua età, (basta un niente a provocarle), la realtà della sua senso-percezione?... Nessuno potrà mai dire o contraddire con certezza ma un aiuto per una sostenibile interpretazione ci può venire dagli studi, ormai consolidati, della neuropsichiatria infantile.
Nel 1975 Antonella Fazio, madre della veggente/visionaria e vedova di Cesidio Norcia, fa costruire in un terreno di sua proprietà, in Via Fonte, su una suggestiva collinetta sotto il nucleo di Gallinaro ("Silva Gallinaria", bosco delle galline selvatiche per Cicerone), la cappellina (in foto) dedicata al Bambin Gesù. La Val di Comino, dominata ad oriente sopra il paese di Picinisco dalle alte cime delle Mainarde con la vetta del monte Meta il più alto del Lazio (m. 2245), è da sempre un terreno fertilissimo per la religione e per la magia, percorso da fremiti spirituali antichi, tri-millenari per la Mater Matuta, la dea Mefite, la soprastante Madonna del Canneto, San Gerardo "dei miracoli" e altri santi le cui reliquie sono state importate dai chierici dalle catacombe di Roma per rinforzare una fede che nei secoli della miscredenza medioevale era andata paurosamente scemando tra il popolino. Ancora oggi qui sembra di respirare un'aria medioevale, di cogliere l'emanata aspettativa per un evento messianico che da sempre sembra lì lì per incombere. La Val di Comino è anche terra di antiche e cicliche emigrazioni dove ognuno andando per le vie del mondo come àncora di salvezza porta nel cuore la sua "nòstalghia", la matrice delle profonde radici culturali della tribù.
Sergio Andreatta (1/4 - Segue)