Chi mi conosce sa quanto imbarazzo e quanto pudore provi, anche a distanza di dieci anni, nel parlare o anche nel sentir parlare di Gino. Ma forse imbarazzo e pudore sono sostantivi che utilizzo impropriamente, per evitare di ammettere che non ho ancora metabolizzato la sua scomparsa.
Il mio ricordo di Gino lo posso articolare, sinteticamente, declinando tre elementi: cooperazione, politica, umanità.
Come cooperatore, e come dirigente cooperativo, era avanti 10 anni su tutti. Aveva capito, molto prima di altri, che l'adesione ad un'organizzazione di rappresentanza della cooperazione non si giocava più sul fattore ideologico, poiché le parti che fino a ieri si contrapponevano, anche politicamente, erano destinate a governare - insieme - tutti i processi, anche quelli della rappresentanza datoriale. Dunque puntò tutto sull'efficacia dei servizi. Oggi, infatti, è lì che si gioca la partita...
Anche come politico era "almeno" 10 anni avanti a tutti. Lo dico, pur non avendo vissuto personalmente gli anni in cui ha dato il meglio, quelli del PCI, quelli in cui ha dato prova di capacità di visione del territorio e di mediazione tra forze politiche distanti tra loro. E la mediazione è un'arte, se praticata per fini alti e collettivi.
Io ho conosciuto Gino "politico" nell'ultima fase dei DS, e quando iniziava ad aprirsi il confronto sul nascituro PD. Qualche amico e compagno "malizioso" mi disse dopo la sua morte: "Gino negli ultimi anni non ne ha azzeccata una...". Gli risposi che "lo spartito lo aveva azzeccato in pieno, era un'opera d'arte. I musicisti, interpreti, erano fallimentari".
Di certo Gino ha avuto un pregio che nessuno, ancora oggi, ha mai mostrato di avere in politica: la generosità. Ha guidato e lasciato spazio ai giovani. Non scomparendo, ma defilandosi, dando dalle retrovie il suo contributo generoso.
Come uomo non smetterò di rimpiangerlo, non foss'altro per la fiducia che, immotivatamente, mi ha accordato su ogni fronte.
Un'ultima immagine, quella che in molti ricorderanno. Bastava dargli una notizia che gli piacesse, perché ti rispondesse sorridendo e sfregandosi le mani: "eccezionale"!
Emiliano Scinicariello