|
martedì 24 novembre 2020 |
I NEI DELLA DIDATTICA A DISTANZA |
LETTERA DELLA PROF.SSA MOSCHELLA DI FORMIA A LUCIA AZZOLINA |
 |
 |
Golfo di Gaeta: Gentile Ministra, dal periodo della quarantena, i docenti e i discenti italiani stanno sperimentando una didattica considerata dai più figlia del progresso tecnologico e più adatta alle nuove generazioni costituite principalmente da nativi digitali. Mi riferisco alla Dad e alla Ddi , attualmente in uso. A ben guardare da circa un decennio nelle scuole italiane sta ventilando quest'idea del digitale a tutti i costi. Basti pensare alle nuove edizioni dei libri scolastici integrati con abbondanti risorse digitali.
Le scuole, tranne pochissime, non sono preparate. Pochi laboratori, poche LIM (lavagne interattive multimediali) per aula, pochi animatori digitali.
Del resto per arrivare a una digitalizzazione completa della scuola non bastano i banchetti a rotelle pronti a sostituire quelli in legno per appoggiare unicamente tablet e non libri o dizionari. Bisognerebbe investire molti più soldi per garantire quantomeno connessioni stabili in tutta la penisola.
L'acquisto dei banchetti di plastica, tra l'altro, anche se rispondente a un programma di governo innovativo, di certo non garantisce sicurezza, soprattutto in caso di terremoti. E' un investimento criticabile e da rivedere quanto prima.
Prima di imporre soluzioni all'avanguardia, bisogna fare i conti con la realtà.
La Dad e la Ddi stanno mettendo in luce tutti i nei di questo progetto. Eppure , attualmente, la scuola digitale pare l'unico scudo per fronteggiare il rischio dei contagi.
L' anno scorso nessun insegnante avrebbe potuto immaginare e accettare l'dea di una scuola completamente digitalizzata. Ognuno avrebbe reagito con totale ripugnanza.
Ora quasi tutti i maestri e i professori invocano la didattica digitale , la sopportano, accettano di fare corsi di aggiornamento, pur di evitare i contatti con colleghi e discenti.
La causa ?
Il virus.
Il Covid tutto sommato rappresenta un toccasana per tutti i tecnocrati che hanno perso di vista problemi e conseguenze ben più gravi, imputabili proprio alle lezioni a distanza. |
Alcuni docenti, tra cui la sottoscritta, iniziano a preoccuparsi. Non solo...
Diversi pedagogisti e sociologi fanno sentire la loro voce.
Giuliana Ammannati, pedagogista clinico Anpec, sottolinea il fatto che la didattica a distanza funziona solo per gli alunni più capaci. Gli altri, che hanno bisogno di altri tempi e che sono disorientati davanti alla comprensione del testo, resteranno indietro.
Un altro pedagogista, Daniele Novara, fondatore del centro psicopedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti, supportato da altri esperti di educazione, sociologi e psicologi compresi, ha di recente promosso il manifesto "La scuola è salute!" contro la chiusura delle scuole.
Si evidenzia che l 'esperienza dei mesi in lockdown ha dimostrato chiaramente che la Dad non è vera scuola e chel'isolamento e la scuola a distanza sono una condizione pericolosa per la salute mentale degli studenti che sono a serio rischio depressivo e di ritiro sociale.
Tanti ragazzi concordano nel criticare la scuola digitale, che non è l'unica soluzione nell' era del Covid. Basti pensare alle tante iniziative da loro intrapresi per dimostrare il loro dissenso.
I rimedi sono altri . Non possiamo assecondare il programma del governo.
La tecnocrazia è da tenere sotto controllo. E' da aborrire, specie se si parla di scuola.
Bisogna riaprire le scuole. Basta organizzarsi. Occuparsi dei trasporti ( facciamo lavorare, ad esempio, i conducenti di autobus destinati alle gite, ora fermi). Basta organizzare turni in presenza per i ragazzi, in base alla struttura degli edifici scolastici e alla capienza delle aule, almeno per effettuare verifiche e interrogazioni attendibili e che rendano giustizia persino ai più capaci . Sono solo proposte, tanto per proporre alcune soluzioni !!! Finiamola di imporre unicamente dad o ddi, se è solo una scelta temporanea e non definitiva.
Non ne abbiamo bisogno.
Si può anche accettare la tecnologia, senza sconfinare, senza sovvertire i ruoli, purchè sia al servizio del docente.
Nessuno tocchi la didattica in presenza. Nessuno provi a sostituirla con mezzucci che comporteranno conseguenze psicologiche che dureranno nel tempo.
Dopo l'era del Covid , ci sarà una rivincita dell'amore. Sarà più forte. I bambini si abbracceranno in un girotondo grande quanto l'universo. Gli adolescenti riprenderanno a ballare , a sognare, a guardarsi negli occhi, a piangere e a ridere insieme, anche e soprattutto tra i banchi di scuola.
Nessuno ruberà il futuro ai bambini e ai ragazzi !
La prof.ssa Maria Moschella, docente di materie letterarie e latino nella scuola secondaria superiore. |
|
postato da: marpielt |
|
|