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venerdì 17 aprile 2020 |
Il bidone |
Racconto breve |
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Caricatura di Luigi Mausoli |
Narrativa e Poesia: Avere cinquanta anni per un ex militare è difficile ma per Marco Bonelli di più.
Il suo passato da ex militare lo induce ad essere severo soprattutto con sé stesso e da un peso, non forma, di circa 140 chilogrammi è sceso a 120 con un duro percorso, iniziato a 45 anni, ed utilizzando chirurgia e sport. Di dieta manco a parlarne visto che amava troppo il cibo così come amava frequentare i ristoranti nella terra dei "companeros" e nella quale si era trasferito per motivi di lavoro.
Ma a Milano, dove aveva un patrimonio immobiliare non indifferente, erano le sue radici. Dal capoluogo lombardo , una mattina tranquilla e gelida di gennaio, squilla il cellulare e lui si ritrova ad ascoltare una voce familiare, una voce che, ormai, sentiva poche volte l'anno: la figlia ventottenne, Giulia, che era al secondo anno di specializzazione in chirurgia plastica all'università di Milano.una bambina anche se avesse avuto quaranta anni, piangeva e diceva che un professore, tal Giorgio Buzzi, la molestava e, a fronte di un buon voto voleva una sola cosa da lei. Come da altre sue coetanee carine.
La bambina, per lui sarebbe stata sempre |
E la cosa che il buzzicone volesse è facile immaginarla.
Marco non si scompose chiese a sua figlia il nome delle altre ragazze e si fece comunicare i loro numeri telefonici per controllare se tutto corrispondeva al vero e non perché non si fidasse di sua figlia ma perché, per deformazione professionale, controllava sempre tutto e tutti. Ed appurò che le cose stavano così come Giulia le aveva raccontato.
La cosa lo mandò letteralmente in tilt e quella notte non riuscì a chiudere occhio pensando alle contromisure da adottare. E trovò la soluzione: la "cura del bidone" che aveva appreso da un vecchio suo commilitone.
Dario. Decise di ritornare in patria, sollevò una piastrella, creata ad hoc nella sua camera da letto, prelevò 20.000 dollari e parti per l'Italia.
A Milano non fu difficile rintracciare il porco e poi lui si era portato con sé Jose, detto "el Cutillo" (il coltello).
Alla Malpensa trovò, ad attendere lui e José, Dario che aveva già organizzato tutto: un appartamentino in fondo a viale Certosa con il box preso in affitto e un furgone con apertura laterale. La cosa più importante poi un bidone di quelli che si usano per contenere olio motore da circa 200 litri. Vuoto e bello e pulito.
Non fu difficile "prelevare" il professore e caricarlo sul furgone mostrandogli una Beretta 7,65 esibita da Dario come una protesi, naturale, della sua mano.
Il porcone venne portato nel garage dopo essere stato nastrato sulla bocca e colà gli venne spiegato che, una volta entrato nel bidone, avrebbe trovato pane ed acqua e che il bidone, per ventiquattro ore, sarebbe stato la sua ... casa.
Il professore ascoltò terrorizzato le parole dei suoi sequestratori e scoppiò in un pianto dirotto. Ma non provò neppure un attimo a ribellarsi ben capendo che le eventuali reazioni dei suoi sequestratori avrebbero potuto avere conseguenze altamente imprevedibili.
Chiuso il bidone, munito di pertugi che permettevano all'aria di entrare, ed isolatolo contro tutti i rumori esso fu lasciato per ben ventitré ore nel box. Il giorno dopo venne caricato sul furgone e scaricato vicino al cimitero di Musocco alla fine di Viale Certosa.
Non fu necessario spiegare al vecchio pervertito il motivo del raid ma gli fu raccomandato di giudicare, per il futuro, le sue allieve solo per i loro meriti. Il che sarebbe stato buono e giusto. Poi il bidone venne aperto.
Di lì a dieci minuti una pattuglia del commissariato Certosa vide questo uomo uscire dal bidone e gli chiese cosa fosse successo.
Il professore, che ben aveva appreso la lezione, rispose che non era successo niente di eclatante e che era stato vittima di uno scherzo di vecchi amici e colleghi di università.
All'università, manco a dirlo, da quel giorno tutto ritornò alla normalità ed a "vincere" ritornarono ad essere le allievi ... meritevoli. |
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di: Michele Ciorra |
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