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La copertina di Lazio Sud n. 8 |
Cassino: Fiumi di inchiostro sono stati versati sulla vicenda dell'Abate di Montecassino. In pieno Giubileo della Misericordia la Chiesa continua a prendere stangate, e Pietro Vittorelli sembra essere la mannaia che ha dato il colpo di grazia al già fragile condannato. Dopo lo scandalo Vatileaks, Alessandro Manzoni sembra aver raccontato niente più che la favola di Biancaneve narrando le gesta della Monaca di Monza! Dopo il trafugamento di documenti in Vaticano, i messaggi "hot" e la querelle tra Francesca Immacolata Chaouqui e monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, è arrivato il nuovo scandaloso Robin Hood au contraire, l'Abate tipo Uccelli di Rovo. Ricordiamo? Chaouqui disse a Ballarò: è solo una minima parte di quello che riguarda il Vaticano!
Questo già basta per capire 'al minimo' la figura di Pietro Vittorelli, alias il Robin Hood all'incontrario, alias Marco Venturi, il nome con cui è universalmente conosciuto nel mondo delle chat gay: in particolare su Grinder (sito di incontri gay), dove ha un parziale, ma certo interessante e inaspettato profilo. Le immagini delle Iene di Italia1 mostrano poi l'Abate seminudo che sniffa cocaina in vivace compagnia; le Iene intervistano anche un componente dell'allegra compagine, che conferma i gusti "particolari" del Padre Ralph italiano, un vero signore, che manda messaggi scanzonati agli amanti, che ha gusti "particolari" e speciali abitudini vacanziere, nonché passatempi e ricerche tutte da approfondire ...
Ma chi è l'Abate più famoso d'Italia? Classe 1962, romano di nascita, studente modello, maturità scientifica con 60/60 e laurea in Medicina alla Sapienza di Roma 110/110 e lode. Dal 1989 il suo avvicinamento alla Chiesa, entra nell'Abbazia di Montecassino come postulante. Da allora, Don Pietro di strada ne ha fatta tanta. Ha incarichi importanti e nel 2007 diventa Abate dell'Abbazia, nominato Ordinario da Papa Benedetto XVI. Non si mette ovviamente in curriculum l'elenco dei vizietti: è di tutto rispetto quello già detto di Don Pietro, ma la sua vera passione sembra essere la droga. Coca, Ecstasy, Chetamina, Crack, GHB (ovvero droga stupro), Popper (povero Sir Karl Raimund!), insomma droga per tutti i gusti e le tasche, un vero rifornimento di sostanze psicoattive. Sembra infatti che neanche dopo l'ictus che lo paralizzò nel lato sinistro Don Pietro avesse perso l'abitudine di usare droghe, che forse furono già la causa della crisi respiratoria ed il conseguente danno neurologico. Ma l'Abate non s'era scoraggiato, ponendovi rimedio con una curetta e riabilitazione in nota clinica svizzera; ricominciò quindi ad organizzare mitiche feste, come racconta lo stesso Pietro conversando con un amante: bella droga, sesso, festini da paura, al limite dell'immaginazione. Immaginate questo semi-paralizzato e l'aitante ragazzo biondo che gli mantiene la bottiglia del crack, e se avete dato il contributo dell'8/1000 sentirete anche voi un brivido giù per la schiena! Un Abate, nominato Ordinario dal Papa in persona? Tanto noto negli ambienti gay da conoscere molti personaggi famosi, da rendere difficile credere che non si fosse al corrente delle sue "abitudini", dei tanti "momenti indimenticabili". Perché da tempo Pietro Vittorelli ha anche altri interessi, frequenta i salotti "buoni" di Roma da quando ha lasciato l'Abbazia nel giugno 2013: il suo nome è associato a vari personaggi politici, con i quali compare in diversi convegni. Francesco Scalia, senatore del Pd, dice che "è stato un punto di riferimento"; opinione confermata da Piero Marrazzo, che si rifugiò nel convento di Montecassino: il politico-giornalista Rai lo aveva forse conosciuto in rete? Chissà, poi da vicino avranno approfondito la conoscenza.
Ma i rapporti con la politica non finiscono qui. Da intercettazione telefonica risulta il contatto con Angelo Balducci, ex-provveditore alle opere pubbliche finito in manette nell'inchiesta del G8: questi gli chiedeva un aggancio all'"Espresso". Con Gianni Letta, sottosegretario di Berlusconi, va alle convention di Forza Italia (parla delle radici cristiane d'Europa!). Va anche nel salotto Elkann ... E se riuscissimo ad esportare anche lui, cosa in cui gli Elkann eccellono? Ma Elkann se ne guarderà, è troppo furbo: una volta aperto il vaso di Pandora l'ex Abate è ormai inutilizzabile. Tra l'altro, è accusato d'essersi impossessato di 500.000 euro prelevati dai conti dell'Abbazia in combutta col fratello Massimo, mediatore finanziario accusato di riciclaggio. Il nostro Abate ha avuto accesso illimitato alle risorse dell'Abbazia per l'intera durata del suo mandato. Egli ha dissipato somme consistenti in spese pazze per i suoi viaggi di piacere: a Rio de Janeiro 23.090 euro, a Milano 2.086 euro, a Londra 5.000 euro, in Toscana 3.500 euro; e poi ristoranti, pelliccerie, shopping in profumi, abiti e cibo (tipo: 800 euro in salumeria). Poverino, certo non poteva permettersi il vero stile di vita da "abate" con solo 34.000 euro al mese e i viaggi di lavoro in Brasile, Portogallo, Gran Bretagna con acclusi ostriche e champagne, boutique Ralph Lauren, Ferragamo, Prada, aitanti ragazzi biondi e chi più ne ha più ne metta.
Sono questi i poverini per cui ci viene richiesto l'8 per 1000 per la religione? Certo pare un po' strano vedere il nostro civico apporto di contribuenti speso in champagne, sesso sfrenato, sostanze psicoattive, viaggi, festini e vacanze. I contribuenti che forniscono il contante sono molto più poveri e affamati dei destinatari, di fame atavica... vero è che non sarà meglio Franco "Batman" Fiorito (la stirpe si nomina dal Primo, il Ladrone oggi felice nel suo castello romano). Come dice il proverbio, Una rondine non fa primavera: sono tanti i religiosi onesti che hanno sempre bene operato, rinvigoriti oggi dalla nuova aria che spira dal Papa emerito e da Papa Francesco. Ma se domandare è lecito, rispondere è cortesia. Il cittadino ha diritto di chiedere: Nessuno se n'era accorto, in Abbazia? Forse qualche confratello è rimasto in sede? L'Abate aveva già avuto il premio dei suoi stravizi; al cittadino interessa solo che tacciano le urla scomposte e volgari, e che si eliminino la dissipazione e gli sprechi. Non si può sempre aspettare il giudizio di Dio.
ANNA IRENE CESARANO |
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La locandina di Lazio Sud n. 8 |
LAZIO SUD n. 8 è in edicola al costo di € 0,50. Il fascicolo si compone dei seguenti articoli. "Europa: identità e prospettiva" di Clementina Gily, "Quando l'utero è in affitto. Il pericolo di mascherare lo sfruttamento" di Luisella Battaglia, "Un anno senza Mario Piccolino" di Sandro Bartolomeo, "Ripensare a Hiroshima seguendo Günther Anders" di Lido Chiusano, "Un impegno concreto a Latina per la legalità e la trasparenza. Dialogo con Giovanni Malinconico" di Virginio Palazzo, "Formia, Gaeta, Minturno. È nata la Centrale unica di committenza" di Roberto Mari, "Com'è sfortunato Armando Cusani!" di Nicola Reale, "Quella scritta mafiosa a Sperlonga" di Benito Di Fazio, "Rafforzare il Partito Democratico per la Formia del futuro" di Clide Rak, "Pina Rosato e il PD gaetano allo sbando" di Antonio Raimondi, "Italcraft e ausiliari del traffico dimenticati a Gaeta" di Luigi Passerino, "L'illuminazione pubblica a Fondi: luci ed ombre" di Maria Civita Paparello, "Roccasecca dei Volsci, ripartire dalle macerie" di Alessandro La Noce, "La zoologia di Sergio Zerunian: il Triotto e la Civetta" di Massimo Leone, "Vita spericolata di Pietro Vittorelli, l'Abate dissipatore dell'8 per mille" di Anna Irene Cesarano, "Il Molo Vespucci di Formia tra mito e realtà" di Gennaro Varriale, "L'Assemblea Popolare del Golfo tra difficoltà e minacce" di Paola Villa, "La sottile linea Pet-Coke. Situazione allarmante nel Golfo di Gaeta" di Mirza Mehmedović. |